«Tutte le donne viaggiatrici hanno ‘viaggiato attraverso stretti’, non solo – come Louisa Meredith (da cui mutuo l’espressione) – attraverso i mari dal familiare all’ignoto, ma anche attraverso i confini delle convenzioni e delle limitazioni tipicamente imposte al genere femminile», scrive Jane Robinson nell’introduzione all’antologia di letteratura di viaggio al femminile Wayward Women. Se le limitazioni sono andate diminuendo con il progredire dei secoli, noi donne viaggiamo tuttora compiendo un duplice spostamento: verso l’esterno e verso l’interno. Nel muoverci siamo sempre consapevoli dell’ambiente esterno – proprio come gli uomini – ma, a differenza loro, lo interiorizziamo, fin troppo consapevoli dei rischi e degli svantaggi del viaggiare quando si fa parte del ‘sesso debole’. Eppure, essere sesso debole significa anche, e forse soprattutto, un rapporto molto più sereno con i nostri sentimenti, attraverso cui leggiamo il mondo e i luoghi in cui viviamo, in viaggio o meno.
Questa consapevolezza sta alla base di tantissimi testi di narrativa di viaggio al femminile (tra cui anche quello di Mary Morris di cui abbiamo tradotto l’introduzione qualche mese fa). In questa categoria si colloca anche la Guida sentimentale di Trieste, curata da Gabriella Musetti e scritta da 12 donne durante un corso di scrittura creativa tenutosi, appunto, a Trieste. Insolita raccolta di racconti brevi, la Guida vuole essere il tentativo (secondo me pienamente riuscito) di descrivere una città non solo attraverso la sua storia, le sue coordinate spaziali o i suoi monumenti, ma facendo uso delle esperienze emotive di donne che ne hanno vissuto la quotidianità. Piacevolmente intimi, mai banali nè troppo sentimentali, questi racconti accompagnano il lettore lungo percorsi personali che, proprio perchè condivisi, acquistano una valenza nuova. Incuriosita dal progetto, ho fatto qualche domanda alla curatrice della Guida, ecco le sue risposte.
NBM: Come è nata l’idea della Guida sentimentale di Trieste? La Guida è nata da un progetto di scrittura di donne svolto nel corso del 2010 presso la Casa Internazionale delle Donne di Trieste. Hanno partecipato 12 donne di diversa età e interessi. L’idea è stata quella di attraversare la città con uno sguardo nuovo, più attento ai sentimenti e alle storie personali di ognuna. Spesso si vive dentro una città senza cogliere quegli aspetti del paesaggio urbano che raccontano delle storie, private o pubbliche, dimenticando tutte le sedimentazioni che ogni luogo racchiude in s é e anche tramanda nei suoi aspetti e nelle sue modificazioni successive. Quando siamo troppo abituati a certi aspetti della città che vediamo nella nostra quotidianità non riusciamo più a cogliere il rapporto che noi abbiamo con quei luogh i. Abbiamo voluto andare alla riscoperta di questo rapporto, capire se ci racconta ancora qualcosa e che cosa.
NBM: La guida è suddivisa in capitoli, la suddivisione segue una logica particolare?
Le donne hanno scelto liberamente i luoghi importanti per loro, li hanno ripercorsi nella loro memoria personale recuperando dati della loro infanzia o del presente: luoghi che rappresentano una parte della storia privata, dove hanno avuto incontri, emozioni, pensieri, momenti di felicità o di tristezza. Ne è nata una mappatura della città, che successivamente è stata divisa in capitoli seguendo degli itinerari che l’attraversano tutta. Insieme alle storie private hanno anche indagato storie pubbliche: il Parco di San Giovanni sede della riforma psichiatrica di Basaglia, la Risiera con i suoi terribili ricordi sedimentati, le Rive da cui partivano un tempo le navi per tutto il Mediterraneo, il Canale e piazza Ponterosso sede dei magazzini e dei traffici sotto l’Austria-Ungheria, le numerose Chiese che raccontano di una Trieste multiculturale, i Cimiteri di confessioni diverse, i luoghi storici. Hanno svolto ricerche negli Archivi e nelle Biblioteche per documentare gli aspetti della Trieste del passato. Proprio per una fruizione della Guida da parte di tutti, abbiamo compilate schede che raccontano le particolarità della città: i caffé, le librerie, le osterie del passato, i siti particolari. Ne è scaturita una Guida che accompagna il visitatore e la visitrice in un percorso ricco di narrazioni e di storia, che non vuole dare uno sguardo oggettivo e asettico ai luoghi, ma vuole raccontare la città “dal di dentro”, mostrandone anche le contraddizioni oltre alle bellezze e alle vedute piene di fascino. Una città che mette a confronto il suo passato con il suo presente e lo racconta senza veli.
NBM: Lo scrittore Lawrence Durell sosteneva che ‘Una grande viaggiatrice è una viaggiatrice introspettiva: mentre si fa strada all’esterno, fa lo stesso dentro di sé‘, in questo senso pensa che le donne viaggino e sperimentino i luoghi in modo diverso dagli uomini? Se sì, come?
Sì, credo che ci sia un modo di viaggiare più attento ai dettagli, alle atmosfere, alle sedimentazioni di vicende passate e di narrazioni presenti che i luoghi sono in grado di raccontare, e a volte lo fanno, se trovano un attento ascoltatore. Spesso questo è prerogativa delle donne, ma a volte anche gli uomini rendono attiva questa possibilità. Anche io credo che una grande viaggiatrice sia sempre una viaggiatrice introspettiva, che riesce a coniugare il dentro e il fuori in un confronto continuo. Questa è stata l’ottica sulla quale abbiamo lavorato nel percorrere strade note (per noi), cercando di esplorare continui passaggi di senso. La Guida è scritta soltanto da donne: questo dato è stato imprescindibile per cercare di accordare voci diverse e sguardi diversi in un insieme armonico. Ma senza esclusioni, speriamo che anche molti uomini la leggano e trovino materia di confronto.
NBM: Pensa che il viaggiare al femminile influenzi anche la scrittura di viaggi al femminile?
Da qualche tempo le donne amano viaggiare da sole. E’ una esperienza interessante, che ha già una sua lunga storia, specie in ambito europeo e anglosassone. Basti leggere i libri di Ella Maillart, di Annemarie Schwarzenbach, di Rebecca West, di molte altre, per scoprire lati inediti della realtà, sguardi capaci di attraversare confini consolidati e mettere in discussione principi indiscussi. Sono esperienze connesse al senso di libertà dalle convenzioni che le donne, specie nel passato, erano costrette a seguire nel proprio ambiente. La scrittura di viaggio si coniuga con un soggettivismo aperto, rafforzato dalla convinzione comune che il dato soggettivo sia peculiare nelle scritture delle donne, nei diari, nei resoconti, nel mescolamento dei generi.
NBM: Quali luoghi della città consiglia di vedere a chi non conosce e non è mai stato a Trieste?
Trieste esercita un grande fascino anche su chi non l’ha mai vista. Ha una storia eccentrica rispetto a molte città italiane, consolidata da una notevole produzione letteraria, da miti, da racconti che ne fanno un luogo di attrazione. Inoltre è una città abbastanza piccola e la si può visitare in pochi giorni. Nella Guida abbiamo evidenziato alcuni percorsi che ne tracciano la fisionomia. Certamente consiglierei di vedere il centro con Piazza dell’Unità d’Italia, le Rive, il Canale, Piazza Ponterosso, Cittavecchia, per una panoramica di grande effetto. Ma ci sono anche itinerari suggestivi, come il Parco di San Giovanni con i suoi splendidi roseti, le molte Chiese di rito diverso disseminate in vari luoghi, il percorso romano che parte dal Teatro e sale al Colle di san Giusto, e molti altri. Ci sono poi vere particolarità indicate nella Guida, come la casa dalle fattezze orientali sul Lungomare di Barcola, alcuni Caffé storici, alcune librerie, come l’Antica Libreria Saba di via San Nicolò.
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Guida sentimentale di Trieste
Autrici varie (a cura di Gabriella Musetti)
Arbor Librorum Edizioni (2011)
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