
28 Sep 2011, Posted by rachele in Destinazioni,In bici,Video, 3 Comments. Tagged erioca, gaiole in chianti, siena, toscana
L’Eroica: in bici sulle strade bianche della Toscana
I profani potrebbero pensare che l’evento ciclistico da non perdere per gli appassionati di bici sia, almeno in Italia, il Giro. Ma, se ci si rivolge a chi ha fatto della due ruote una passione che va oltre l’agonismo e che ha molto più a che vedere con il mezzo e la filosofia del pedalare, al 90% vi risponderà con un altro maiuscolo: l’Eroica.
Per chi non lo sapesse, l’Eroica è una gara cicloturistica non competitiva per bici d’epoca che si svolge ogni anno sulle strade bianche del Chianti toscano. L’importante, all’Eroica, è il proverbiale partecipare: possibilmente con la bici più bella. Qui si riuniscono, infatti, appassionati di ciclismo di tutta Europa, che fanno sfilare sulle strade bianche della Toscana bici, abbigliamento e accessori d’epoca.
La gara si suddivide in quattro percorsi – 38, 75, 135 e 205 kilometri – e ha luogo quest’anno il 2 ottobre, con partenza da Gaiole in Chianti. NoBordersMagazine ci sarà, assieme agli oltre 3000 iscritti. Ci sarà anche Edouard Sepulchre, videomaker francese a cui va il merito di aver immortalato con uno splendido mini-documentario l’Eroica del 2010.
«Ci sono andato perchè un mio amico mi ha mostrato le foto della gara e vedere quelle facce anziane, i baffoni e le bici d’epoca mi ha convinto», ci ha raccontato quando gli abbiamo chiesto il perchè del suo documentario. «Avevo già fatto un documentario su un festival di motociclismo, e volevo mettermi alla prova di nuovo. Questa volta però volevo anche intervistare il creatore dell’Eroica Giancarlo Brocci per capire il significato profondo della gara che non era solo folklore, ma un bel modo per risollevare la reputazione che il ciclismo si è fatto negli ultimi anni». Così Edouard è partito per la Toscana con una Lumix GH, una Olympus OM2 e una videocamera Contour HD e il risultato è il video che ci ha prestato per questo post.
«Fare il giro di 75km non è stato difficile, soprattutto perchè avevo già coperto lunghe distanze in bici prima della gara. L’itinerario è bellissimo: paesaggi stupendi ma anche tante colline, che possono rendere il giro faticoso», ci racconta. «Il bello, poi, è che i percorsi si possono fare anche al di fuori della gara, è quello che ha fatto una mia amica, Aurélia».
Anche Aurélia, che ha fatto il percorso d’estate, ci mette in guardia sulle colline: «Ci sono svariate salite con pendenze del 15% su strada sterrata: impossibile pedalare in piedi a causa dei problemi d’attrito, stare seduti richiede una buona preparazione fisica, altrimenti non è possibile continuare». Se non spingendo la bicicletta. La fatica vale la pena? Secondo Aurélia sì, per il paesaggio lunare delle colline senesi, per Montalcino e perchè il percorso spesso si allontana dai centri abitati, portando i ciclisti in una zona ancora poco frequentata della Toscana. I suoi consigli? Non c’è bisogno di preparazione atletica particolare (al massimo, appunto, si spinge la bici!), necessario invece un kit di riparazione, acqua a volontà e un bagaglio ultraleggero – preferibilmente zaini e non, invece, borse laterali, ideali sull’asfalto – per non perdere stabilità e rendere le salite ancora più pesanti da affrontare.
Chi proprio in bici non se la sente di andare, può partecipare il 6 novembre all’Eroica Running, oppure, come faremo noi, arrivare a Gaiole in Chianti qualche giorno prima del 2 ottobre e partecipare alle iniziative collaterali all’Eroica, come il trekking sui percorsi della gara (29 settembre, partenza nel pomeriggio da Madonna a Brolio), la mostra-scambio e la mostra fotografica di venerdì 30 settembre a Gaiole in Chianti o, ancora, la passeggiata ecologica alla scoperta di Gaiole sabato 1 ottobre.
_
Info: www.eroica-ciclismo.it
Foto e video di Edouard Sepulchre, che ringraziamo assieme ad Aurélia Elis.
Pingback: Eroica 2012: aperte le iscrizioni | No Borders Magazine
Pingback: L'Eroica: una filmografia incompleta | No Borders Magazine
Pingback: L'Eroica 2011: racconto di una gara ciclistica senza vincitori | No Borders Magazine