Ed eccoci ancora qui a riparlare dell’Eroica 2011. Un po’ perché ancora ripensiamo a quei paesaggi, un po’ perché è stato il nostro primo servizio programmato e pianificato. Senza usare parole troppe grosse, possiamo dire che è stato il nostro primo reportage. Di sicuro il nostro primo video.

E quest’anno a Gaiole in Chianti c’era davvero moltissima gente: c’erano i francesi di Rocknrollin Cycling Team e quelli di Le Coq Sportif, c’erano gli inglesi del West Gentleman’s Cycling Club, c’erano gli olandesi da Rotterdam e c’era Bryan che, dopo aver scalato il Brolio, ci ha illustrato le sue teorie. C’erano persino dei finlandesi che sembravano usciti da un film di Kaurismaki.

E poi sì, c’eravamo anche noi. Abbiamo seguito i partecipanti su e giù per le colline, sulle sterrate bianche, cercando di immergerci quanto più possibile nell’atmosfera. Non è stato difficile perché l’atmosfera è davvero contagiosa. Però è indubbio che siamo rimasti un po’ ai margini, che non avendo una bici su cui montare ci siamo persi qualcosa. Allora abbiamo voluto chiedere a Nicola di parlarci della sua esperienza, della sua Eroica.

Ecco quello che ci ha raccontato.

NBM: Che distanza hai percorso?
N: Ho fatto la 135km, l’idea era di fare la 205 ma un saggio 70enne (Luigi) alla cena degli Eroici mi ha consigliato la 135. “Intanto fai questa, sei giovane… la 205 la farai il prossimo anno…” Ascolta sempre gli anziani e i loro consigli!

NBM: Con che bici? 

N: Una artigianale ‘Bencini’ con telaio Columbus, cambio Campagnolo, tubolari, il tutto metà anni ’70.

NBM: Era la prima volta? 
N: Sì, era la mia prima, meditata volta. Era anche la prima volta che affrontavo una distanza del genere, ma quando sei lì, insieme agli altri, non ci pensi mica. Ti senti attore di un film che girano attorno a te.

NBM: Come mai hai deciso di partecipare all’Eroica?
N: Credo che ognuno di noi Eroici abbia le proprie motivazioni, sportive, personali o di semplice feeling con le due ruote storiche. Il fascino del tempo che fu, insomma. Io ci son finito grazie a Giancarlo Brocci, patron della manifestazione, e grazie al giornalista sportivo, amico comune, Stefano Fiori, al quale avevo illustrato un mio progetto di pedale. Lo spunto è stato riprendere l’attività dopo aver avuto un infarto nel 2004 che aveva lasciato molti strascichi dal punto di vista psicologico; volevo e dovevo misurare le mie possibilità fisiche. Quale occasione migliore dell’Eroica? Adesso i miei progetti si moltiplicano, ho voglia di vivere, è tornata la fiducia nel corpo che 7 anni fa mi aveva tradito. L’Eroica come uno strizzacervelli, dunque? No, nessuno avrebbe potuto fare di meglio!

NBM: Il punto più critico lo conosciamo, ma il momento più bello? A parte l’arrivo…
N: Momenti belli ce ne sono molti… L’alba tra le crete senesi, la visione di Siena, che ti trovi di fronte all’improvviso, vedere gli altri ciclisti in una nube di polvere sulla collina dinanzi a te e sapere che tra poco anche tu sarai là, le persone ‘normali’ che applaudono te ciclista ‘normale’ fuori dalle loro case… Ma l’emozione più grande è stata affrontare la salita al Castello di Brolio pochi km dopo la partenza e nell’oscurità più assoluta,  rischiarata da un duplice filare di candele ai lati della strada bianca. Mette i brividi anche adesso che ci penso.

NBM: Come ti sei preparato a partire alle 5 del mattino? 
N: Non dormendo mai. Sono rimasto nel mio furgone con i vetri appannati dal freddo, nel sacco a pelo e battendo i denti. Poi sono uscito e con molti altri insonni come me ci siamo messi a parlare dei fatti nostri e a guardare le stelle, nella notte più scura e limpida che io possa ricordare. Lei, la mia bici, ascoltava discreta. Forse ha anche sorriso.

NBM: A cosa pensavi mentre pedalavi?
N: Penso sempre quando pedalo, sei da solo in mezzo a mille altri e ti parli soprattutto per capirti. Io pensavo alla bellezza rude che mi circondava, alla mia vita, ai miei affetti, al perché ero lì in quel momento,  e al momento in cui avrei tagliato il traguardo. Perché  sapevo che lo avrei fatto.

NBM: Hai avuto qualche incidente di percorso?
N: Sono stato molto fortunato, il mio terrore erano le forature e non ho mai cambiato un tubolare in vita mia. Un problema al cambio mi ha fatto fare la prima salita di Brolio tenendo il manettino con la mano e pedalando così con l’altra sul manubrio. “Cominciamo bene!”, ho pensato. E invece mi sono fermato poco dopo risolvendo il problema in pochi secondi… Poi nessuna foratura, mentre centinaia di altri Eroici erano fermi ai lati della strada con le gomme a terra. La cosa più tremenda però è stata la crisi di fame che mi è presa a 9 km dall’arrivo in discesa dopo Brolio. Non riuscivo a tirare neppure i freni. Mi sono fermato con la testa appoggiata a un enorme cipresso del quale potrei descrivere ogni singola ruga della corteccia. Non riuscivo a muovermi, non potevo masticare le barrette, non avevo zuccheri. Ho succhiato le barrette bevendo acqua e aspettando che gli zuccheri facessero il loro dovere. Un grazie a un anonimo ragazzo inglese che mi dato un pacchetto di marshmallows, passata la crisi avrei pedalato ancora per ore!

NBM: La rifarai?
N: Non penso ad altro! Il  racconto di questa mie esperienza agli amici  porterà almeno 20 nuovi iscritti! Però non voglio farla da solo, perchè nelle mie condizioni è stato da irresponsabili. Fatela in gruppo, vi divertite di più, vi aiutate l’un l’altro e la giornata sarà assolutamente memorabile, credetemi!

NBM: L’anno prossimo ci voglio andare anche io, qualche consiglio?
N: Preparazione fisica, preparazione del mezzo, monta i copertoncini e non i tubolari più facili da riparare, monta rapporti da salita durissima e non fidarti dell’altimetria (io l’avevo studiata, inutile…), se fa caldo come quest’anno porta tanta, tanta, tanta acqua. E’ dura, durissima, lo so. Ma se hai una sola valida ragione che ti spinge a farla,  la farai e ti assicuro che la mattina dopo ti alzerai dal letto e non sarai più lo stesso.

Sarai un Eroico.

Un grandissimo ringraziamento va a Nicola per averci raccontato la sua esperienza e per averci dato le sue riprese onboard (senza le quali il nostro video sarebbe risultato assai meno interessante) e ai Klimt1918 che con la loro musica ci hanno permesso di dare alle immagini una perfetta colonna sonora. Grazie davvero.