Se aprissi questa recensione dicendovi che lo Scandic Hotel di Berlino è la versione alberghiera dell’IKEA, qualcuno farebbe i salti di gioia, altri scapperebbero a gambe levate. La fortuna è che lo Scandic – svedese anche lui come la catena d’arredamento più famosa al mondo – ha tutti i pregi dell’IKEA, e nessuno dei suoi difetti.
Parto col dire che scegliere l’albergo in cui passare le mie due notti berlinesi (per il concerto di Bon Iver alla Columbiahalle) non è stato facile: dopo aver provato ostelli e B&B, volevo un hotel. E lo volevo possibilmente in centro e possibilimente con un prezzo accessibile. Impossibile? Direi di no. Con il mio compagno di viaggio abbiamo scandagliato tripadvisor.com e laterooms.com. Abbiamo incrociato i dati, ristretto la cerchia dei selezionati e fatto la nostra prenotazione.
E la scelta è ricaduta sullo Scandic per tre semplici motivi: si trova in centro (in uno dei vialoni che sboccano sulla caotica Potsdamer Platz), è eco-friendly e bio (due parole che a me stanno molto a cuore) e, al momento della prenotazione, offriva una promozione per i soggiorni di due notti (camera superior, colazione, wireless e accesso alla palestra dell’ottavo piano inclusi).
Cominciamo con l’ingresso:
La versione zen-svedese di una reception: toni chiari, arredamento vagamente ispirato agli anni ’60 e uno staff il cui tono di voce è inversamente proporzionale alla gentilezza (il tono è basso, la gentilezza è alta). Ci vengono consegnate le chiavi (card) della nostra stanza, ricordato che la colazione è servita fino alle 10.30 e la palestra è inclusa nel prezzo.
(Nei nostri due giorni a Berlino non andremo mai in palestra)
Per arrivare alla stanza 5005 prendiamo l’ascensore: grigio metallizzato, con soffitto che ritrae un bosco di betulle e un sottofondo di uccellini. Presumibilmente svedesi.
Il pavimento del quinto piano, come gli altri (otto) piani è ricoperto da un soffice strato di moquette. La nostra stanza è sull’ala destra dell’hotel e la finestra si affaccia sulla Gabriele-Tergit-Promenade, con vista (basta affacciarsi un pochino) sul Sony Center (uno dei miei posti preferiti in assoluto a Berlino, da vedere di notte, quando le orde di turisti sono sparite). Ma dicevo, la nostra stanza è una doppia con letti singoli e bagno in camera ‘deluxe’. Eccola:
Una volta tanto bisogna riconoscerlo: le foto gentilmente spediteci dall’ufficio stampa dello Scandic rispettano fedelmente la camera che abbiamo trovato davanti a noi aprendo la porta numero 5005. A proposito di porta: quelle dello Scandic non scherzano. In legno massiccio, vanno aperte a spallate e consigliamo di impiegare un uomo, se a disposizione, per l’impresa.
Le stanze sono realizzate con materiali eco-compatibili e arredamenti decisamente in stile IKEA, dai tessuti per le lampade al cuscino sulla poltrona, fino ai copriletti e al rivestimento in legno delle pareti dietro le testate dei due letti singoli.
Il parquet è in legno scuro, i letti hanno materassi adeguatamente morbidi, un piumone e due cuscini giganti. C’è una scrivania e una sedia da ufficio, un bidone per la raccolta differenziata, una TV HD e una bellissima quanto comodissima poltrona da cui guardare la promenade.
La porta del bagno è il nostro primo cruccio: realizzata in vetro a specchio, è trasparente quando si accende la luce del bagno, leggermente meno quando la si spegne. La mattina dopo la prima notte, in più, rischio uno schianto frontale con la suddetta porta, pensandola aperta. Il bagno, penalizzato dalla porta effetto vedo non vedo, recupera punti in termini di eco-compatibilità: non ci sono le classiche boccette di shampoo e bagnoschiuma di cui fanno incetta gli italiani, ma dei dispenser che puntano al risparmio. Lo stesso vale per gli asciugamani: un avviso invita a riporre a terra solo quelli che si desidera lavare. Per un soggiorno di due notti, in effetti, il cambio asciugamani è superfluo.
La porta del bagno, a essere sinceri, è l’unico vero difetto della nostra camera. Per il resto, ci si sente piacevolmente avvolti in un ambiente caldo, accogliente e, soprattutto, più ampio della camera d’albergo standard. La stanza è pulita, i letti sono comodi e il viale su cui si affaccia l’hotel relativamente silenzioso per tutta la notte. In camera c’è il classico frigo-bar (che non useremo) e un bollitore per preparare the e caffè in camera. Mi lascio sedurre dal bicchiere in vetro verde che riempio d’acqua prima di andare a dormire e che medito di portare a casa, ma non lo faccio. Non mancano: ferro e asse da stiro, cassaforte, ampio armadio e coperte in più.
Il punto forte dello Scandic non sono le camere, la lobby, il bar (stupendo) o la palestra all’ottavo piano. Il punto forte dello Scandic è la sala colazioni / ristorante, che ci accoglie – anche se siamo in ritardo – con un menu biologico senza precedenti: la sala è a tutti gli effetti simile a un ristorante IKEA, ma senza le orde di clienti che la affollano. I muri sono decorati con piante (artificiali? non abbiamo indagato), l’arredamento è in legno chiaro e le tonalità scelte sono quelle rilassanti del verde e del blu. Su quattro o cinque ampi banconi sono distribuite le varie colazioni: macedonie, quattro tipi di yogurt, salumi, formaggi, verdure, uova sode e strapazzate, salsiccie, pane (pane vero!), brioche e panini dolci, marmellate, creme alla nocciola (in dispenser e non in confezioni monodose). Il tutto servito in modalità self-service. Arrivati clamorosamente in ritardo, riusciamo a fare un solo giro di colazione e ce ne andiamo (soddisfatti) con le lacrime agli occhi.
Dintorni: come accennato all’inizio, lo Scandic è in centro, senza essere troppo centrale (rifuggete gli hotel in zona Mitte / Alexander Platz). Dalle finestre della nostra camera si poteva vedere Potsdamer Platz. Con 10 minuti a piedi si arriva al Tiergarten che in autunno si trasforma in uno spettacolo in multicolor. Spingendosi leggermente più in là (15 minuti a piedi?) si può visitare la Neue Nationalgalerie e, una volta superata Potsdamer Platz, basta imboccare Eberstraβe per arrivare all’imponente Denkmal für die ermordeten Juden Europas. Come al solito, il consiglio è di noleggiare una bici (lo Scandic offre il servizio).
La domanda fondamentale: ritorneremmo allo Scandic di Berlino? La risposta mia e del mio compagno di viaggio è sì. Senza se e senza ma. Di solito, questo è un buon segno.
Conti in tasca: Due notti allo Scandic di Berlino ci sono costate 88 euro a testa. La mattina della partenza, dovendo prendere un aereo alle 6 del mattino, la reception ci ha molto gentilmente chiamato un taxi che, in meno di 25 minuti, ci ha portati, ancora visibilmente assonnati, all’aeroporto di Schönefeld.
Nota a margine: Non siamo stati pagati per scrivere questa recensione.
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La foto in alto e in homepage è stata scattata in Potsdamer Platz da Olaf Hoech