Francesco è partito da Trieste nel novembre scorso per andare verso Est in bicicletta. Se avete voglia di sapere dove si trova ora potete farlo dando un’occhiata qui. Se volete sapere quanta strada ha fatto, guardate qui.
Ho sempre pensato ad Istanbul come al primo dei tanti confini immaginari di questo viaggio. Ad Istanbul finiva un viaggio, quello attraverso l’Est Europa e ne iniziava uno nuovo, in Asia. Ora che ad Istanbul ci sono arrivato posso fermarmi e raccontare questi ultimi due mesi di viaggio. E per farlo ho scelto, per ogni paese, una persona conosciuta o un episodio che mi è capitato.
La Bosnia è forse il paese che mi è piaciuto di più e ne ho in parte già parlato qui. Il pedalare in Bosnia è stato accompagnato da villaggi, montagne e, soprattutto uomini a bordo strada che spaccavano e ammucchiavano legna, in modo da non farsi cogliere impreparati dall’arrivo dell’inverno. In ostello a Sarajevo ho conosciuto Ahmer, bosniaco di Bihac, nella capitale per lavoro. Quando, durante le formali chiacchere da ostello, è venuto fuori che viaggiavo in bici, Ahmer si è letteralmente sciolto, non ha più smesso di parlare e ha passato il resto del pomeriggo a raccontarmi del suo lavoro, delle difficoltà che ci sono in Bosnia oggi, di Tito, di quando è scappato da Sarajevo durante l’assedio e di come la gente cercava di sostituire zucchero, caffè e altro cibo durante la guerra. Quando gli ho chiesto come era la Bosnia prima della guerra, la sua faccia si è illuminata, come quella di molti bosniaci quando parlano di quel periodo, e ha iniziato a parlare di un paese meraviglioso che non c’è più.
La costa del Montenegro è caratterizzata da città vecchie (Stari Grad) e paesaggi da cartolina (e anche da molti resort purtroppo). E quando la strada lungo la costa finisce, ad Ulcinj, inizia una stradina tranquilla che porta al confine con l’Albania, con i contadini a bordo strada che vendono le arance appena raccolte. È qui che una famiglia albanese mi ha ospitato nella sua fattoria per una notte, assicurandosi che non mi mancasse niente: compagnia, una cena abbondante, latte appena munto ed arance appena raccolte, un letto caldo. E il giorno dopo, subito prima che io partissi, mi è stata data una bottiglia del loro latte insieme a delle frittelle calde da portare con me per affrontare meglio la giornata piovosa che mi aspettava.
È impossibile non associare l’Albania ad un episodio sfortunato, il mio primo ed unico vero incidente: la mia bici è stata colpita dalla ruota di un camion che, staccatasi dal camion, girava come impazzita lungo lo strada. Risultato: io finisco per terra (senza alcuna conseguenza), la ruota posteriore e il cambio della mia bici si rompono e vengo portato in macchina a Tirana, dove in qualche modo riparo la bici e riparto. Comunque l’Albania merita una visita solo per l’atmosfera e le persone che ci sono; Ian, un ciclista sudafricano con cui ho passato la notte di capodanno in una caserma abbandonata in Turchia e che ha viaggiato in bici in Africa per 10 mesi, ha detto che l’Albania è il paese europeo che gli è piaciuto di più, proprio per la sua somiglianza con l’Africa.
Sono arrivato a Prilep, in Macedonia, la sera in cui festeggiavano San Nicola e, non trovando alcun panificio, ho chiesto ad un ragazzo. Devo iniziare a chiedere informazioni più spesso perché da quel momento Rubin, il ragazzo a cui avevo chiesto del panificio, mi ha portato in giro per la città facendomi vedere, tra le altre cose, la moschea bruciata nel 2001 durante un periodo di tensione tra macedoni ed albanesi e una statua di Alessandro Magno (per fortuna meno tronfia di quello che c’è a Skopje). E poi mi ha invitato a casa sua, dove sono stato accolto dalla sua famiglia che stava festeggiando San Nicola con una abbondante cena in stile macedone, alla quale sono stato invitato ad unirmi.
Croazia e Grecia sono state simili: mare, bel tempo, colline e pochi contatti con la gente. Con la differenza che in Croazia erano i primi giorni di viaggio, mi stavo lentamente abituando alla mia nuova routine e quasi ogni cosa sembrava essere nuova, mentre in Grecia mi sono concesso una piacevole pausa per Natale: 5 giorni nella vivissima Salonicco, dove amici di amici mi hanno ospitato e portato in giro per la città (bellissimo il Micropolis).
Ora, dopo una breve pausa ad Istanbul, inizia un nuovo viaggio attraverso la Turchia.
Francesco Alaimo, 24 anni, originario di Bologna. Ho vissuto un po’ in Australia, un po’ a Trieste, un po’ a Monaco e un po’ nel grigio Leiceistershire inglese. Sono appassionato soprattutto di bici e letteratura americana. Ho trascorso l’ultimo anno a preparare panini da Burger King e a laurearmi in fisica teorica. Poi, a Novembre, ho preso la mia bici e ho iniziato a pedalare verso Est.