A ben vedere, rileggendo a freddo queste insolite regole per il viaggiatore indipendente, la parte che mi preoccupa di più non è tanto la “validità” o l’insensatezza di queste regole, ma cosa mi direte di fronte alla definizione di viaggiatore indipendente che ho in testa.

La mia definizione è assolutamente parziale, non si contrappone a quella di turista, ma ritrae un tipo di essere umano che, nella vita come in viaggio, preferisce far da sé. Se c’è un aggettivo che affiancherei a quell’indipendente, è curioso. È pensando a questo tipo di viaggiatore che, tra il chiacchiericcio rumoroso per nulla attutito dalla moquette di Grogan’s, a Dublino, io e Audrey ci siamo inventate, di sana pianta, 10 regole da rispettare (e da infrangere) per vivere un paese e/o una città senza limitarsi ai colori saturi, alle attrattive sciupate e ai ristoranti imbellettati del centro storico. Di ogni centro storico.

Quindi eccole, le mie 10 regole fondamentali che, appena elencate, abbiamo rispettato in una sola serata e infranto (tutte) il giorno successivo. Se ne avete da aggiungere, i commenti sono aperti!

  1. NON SEDERTI: non appoggiarti mai e poi mai né a una sedia né a uno sgabello quando metti piede in un pub/bar/locale di una città che stai cercando di scoprire. Sedersi è quasi sempre la morte di ogni interazione sociale con il mondo che ti circonda. Prendi da bere e stai in piedi, lasciati spintonare, se il locale è affollato, o al massimo appoggiati al bancone. E…
  2. VOLANTINI: raccatta volantini dentro i bar, all’ufficio del turismo, nei ristoranti e in libreria. Di solito sono i volantini che segnalano le iniziative locali, che non si trovano mai in una guida Lonely Planet. Tieni d’occhio i manifesti appesi per strada e gli sticker, se ci sono assembramenti insoliti, chiedi cosa sta succedendo: io così ho scoperto il bar dietro il campo da rugby del Trinity College, pieno di universitari, dove mi sono goduta una birra e un tramonto unici nel 2011.
  3. NON CERCARE IL LOCALE PERFETTO: mio padre impiegava ore per scegliere dove mangiare a fine giornata. Che senso ha? A meno che tu non sia alla conquista di tutti i ristoranti con stelle Michelin, il ristorante perfetto, così come il bar più bello o il pub più autentico non esistono. Lasciati guidare dall’istinto e dal menu fuori dall’ingresso  non dalle guide. E una volta entrato goditi il pranzo, la cena o la birra. Se dovessero rivelarsi pessimi, avrai un altro giorno per trovarne di migliori. Non ce la fai ad affidarti al caso? Togli gli occhi dalla Lonely Planet e dai uno sguardo a Spotted By Locals, almeno per le principali capitali europee, o a Urbanspoon se cerchi una guida culinaria negli Stati Uniti. Ma io disapprovo.
  4. PARLA: con almeno una persona del posto. Non valgono i tuoi amici, valgono al 50% altri viaggiatori, ma sforzarsi di stabilire un contatto con l’impiegato dalla cravatta allentata seduto di fianco a te ti permetterà di fare amicizia, strappare qualche consiglio e magari, se ti va bene, finire la serata con un gruppo di gente sconosciuta pronta a farti da guida improvvisata.
  5. NON MANGIARE mai e poi mai in hotel: né a pranzo, né a cena, ma anche a colazione. La tendenza della gran parte degli hotel è ormai quella di far pagare la colazione a parte a prezzi assurdi. Perché pagare 15/20 euro quando ci si può sedere al bar (in questo caso vale sedersi, specialmente in posti come Queen of Tarts a Dublino e Alleluia Café ad Auckland) mangiando specialità locali e guardando il mondo passare?
  6. TRASCURA I MUSEI: lo so, lo so, starai pensando che i musei non si possono trascurare, che la cultura non si può rimandare! Da amante di fotografia e arte contemporanea, qualche volta preferisco godermi la città al posto di chiudermi in un museo. Fanno eccezione posti come il Pompidou di Parigi e il Te Papa di Wellington che, per la loro struttura, sono più centri culturali che musei nel senso più tradizionale del termine.
  7. NON TORNARE IN HOTEL: per ‘stenderti un attimo’ o per rifarti il trucco. L’unico caso in cui è sensato e consigliato tornare in hotel è per cambiare calzini inzuppati.
  8. MOLLA LA LONELY PLANET: da viaggiatrice che più volte si è affidata alla Lonely Planet, negli ultimi anni – specialmente per viaggi brevi – ho preferito lasciare a casa la guida e cercare di scoprire le città con altri mezzi. Quali? Uffici del turismo, app come Berlin Ispires (sì, è una guida anche quella, ma ‘atipica’) ma anche quotidiani locali, cartoline, manifesti e…
  9. LASCIATI COINVOLGERE DALLA CITTA’: il modo migliore in cui sono riuscita a rispettare questa regola è quando, nel 2011, sono andata alla manifestazione 99% di Berlino con Ale von Stadtschaft, il signore che ogni settimana ci spedisce una cartolina, appunto, da Berlino. Manifestare, protestare, ma anche frequentare concerti, cinema, teatri è un ottimo modo per conoscere la città senza rimanere relegati nel circuito museo-ristorante-hotel. Anche qui, per conoscere gli eventi fai affidamento ai tuoi occhi, chiedi alla gente del posto e ricordati che anche i bistrattatissimi uffici del turismo sono un ottimo punto di partenza.
  10. NON ESAGERARE: l’ultimo drink deve essere l’ultimo, specialmente durante vacanze di qualche giorno. Quando la città chiude le porte, è arrivato il momento di andare in hotel (ora è permesso), farsi una dormita e ricominciare da capo, il giorno successivo.

La sera in cui io e Audrey abbiamo buttato giù questa lista di regole, siamo riuscite a rispettarle tutte: siamo entrate da Grogan’s, non ci siamo sedute, abbiamo bevuto due Guinness, parlato con gente del posto, trascorso la serata in giro per Dublino evitando Temple Bar, bevuto l’ultima pinta all’ora di chiusura e siamo rientrate in camera alle 7, in tempo per la colazione, che non abbiamo fatto in hotel ma da Tamp & Stitch, dove il barista Taylor fa un ottimo cappuccino. E a fine weekend abbiamo anche guadagnato un’undicesima, preziosissima regola, valida solo per Dublino:

  1. Se sei a Dublino, vai da Whelan’s.

_

La foto in alto e in homepage è stata scattata da Grogan’s a Dublino, da Frederic Poirot

  • Pingback: Come organizzare un viaggio, parte seconda: assicurazioni e altre precauzioni | I viaggi di Carlo()

  • Marisa

    Buoni consigli, che in parte ho seguito quasi sempre. Circa la colazione in hotel, molto spesso e’ inclusa nel prezzo della camera e non si puo’ scontare. Sono flessibile su questo principio: se la colazione offerta e’ buona, e’ compress nel prezzo, e nei dintorni non ci sono caffe’ carini dove andare ( e puo’ succedere, per esempio in Scandinavia), allora la colazione in albergo va bene.

  • viaggierbacci.it

    Regole chiare e da utilizzare sempre quando si è in viaggio.

    Ci permettiamo di segnalare anche il nostro articolo realizzato pensando alle 20 regole da seguire per risparmiare sui viaggi online: http://www.viaggierbacci.it/it/erbacci-blog/20-regole-doro-per-prenotare-online-le-vacanze

  • Pingback: La nuova Dublino: guida al lato innovativo della città | No Borders Magazine()

  • Pingback: I Migliori Articoli di Viaggio - Febbraio 2013 | HostelBookers Blog()

  • Elisa Lavizzari

    Ottimi consigli! Io adoro vagare per le città, nelle strade più strette, fuori dai musei… È bello respirare l’atmosfera di una città, seguire la mappa “più o meno”, fermarti dove ti dice l’istinto.

  • http://patrickcolgan.wordpress.com/ Patrick Colgan

    Sono regole su cui riflettere per poi poterle violare. Il divieto ai musei è giusto. Ma in certi musei ho pianto. Vuol dire che  devono essere marginali o che si deve avere una forte motivazioni.

    Il divieto di sedersi in un locale è giusto. Ma Giappone, per esempio, sedersi al bancone è un modo perfetto per fare conoscenza.

    Questo per dire che su queste  ‘regole’ bisogna riflettere: sono tutte condivisibili e mettono in discussione il modo in cui viaggiamo. E poi vanno dimenticate.

  • christian_nbm

     Daniela, concordo pienamente. e giuro che non mi sono mai truccato in vita mia… :)

  • http://storiediviaggio.wordpress.com/ daniela

    Concordo.  A parte sul “non tornare in hotel”…. Mica tutti i viaggiatori curiosi hanno 20 anni :-)