Avevamo iniziato l’avventura di NBM da poco più di un anno. Una sera dopo aver visto un video su questa ciclostorica in toscana decidiamo di andare. Perchè non organizzare il nostro primo reportage? Non siamo niente di più che una neonata rivista online, ma mandiamo la nostra richiesta per gli accrediti stampa. Arrivano dopo pochi giorni ed entriamo per la prima volta nel mondo dell’Eroica. Da quel giorno è passato parecchio tempo, quest’anno non abbiamo potuto andarci ma il nostro legame con Gaiole e la Toscana rimane forte per mille motivi. Abbiamo seguito altre manifestazioni, e contiamo di farlo ancora. Come siamo sicuri che prima o poi torneremo all’Eroica. Pedalando.
Da questa prima esperienza di reportage, è nata una piccola pubblicazione che vi presentiamo.
“Le immagini che troverete in queste pagine sono il risultato di due fine settimana trascorsi al seguito dell’Eroica nel 2011 e nel 2012. Rendere l’atmosfera che si respira tra quelle strade e nella piazza di Gaiole in Chianti al momento della partenza alle 5 del mattino è pressoché impossibile. Bisogna esserci. Le foto sono solo un timido tentativo. Non c’è altro modo di sentire quella passione che corre lungo le strade bianche in sella a telai di acciaio, con le maglie di lana e la fatica disegnata sui volti dei partecipanti. Non si vince nulla all’Eroica, se non una sfida con se stessi. Qualcosa che parte per gioco e divertimento ma che ad un certo punto assume un ruolo sempre più profondo. Abbiamo raccontato, sulle pagine di NoBordersMagazine, la storia di Nicola e quella di Paolo. Due storie che partivano da presupposti diversi ma che avevano, alla fine, lo stesso sentire. Alcune di queste immagini accompagnavano i loro racconti. La partenza all’alba. La salita del Brolio, punteggiata dalle fiaccole a terra e dalle luci che ogni ciclista si porta addosso. Il Male e le sue salite impossibili. Le famose e famigerate strade bianche. E poi ci sono le biciclette, le macchine perfette, come ha detto qualcuno. Perchè dopo i ciclisti, le protagoniste sono loro. Ed è bello veder girare ancora i tubolari sotto i Masi, i Cinelli, gli Olmo, i Colnago. Veri e propri capolavori di design e meccanica. Vederli di nuovo in strada, macinare metri su metri in salita, sentirli tornare a nuova vita. Almeno per un giorno.”