Ci siamo imbattuti nel sito di Sonic Iceland per caso. Amiamo l’Islanda e la sua musica così abbiamo deciso di scrivere due righe a Marcel e Kai per saperne un po’ di più. Ecco la nostra intervista (English Version):
Sonic Iceland è la storia di un viaggio di due amici verso un’isola dell’estremo nord. Armati di macchina fotografica e computer portatile, hanno incontrato musicisti e artisti e si sono innamorati di quest’isola. Kai Muller è il fotografo e gestisce uno dei blog più letti in Germania, stylespion.de. Marcel Kruger scrive per riviste e blog vari e sta lavorando al suo secondo libro. Dopo aver vissuto in città diverse e per un po’ anche all’estero, ora si sono ritrovati a Berlino.
Un ritratto dell’Islanda e della sua musica, fatto da due fan e da internet, Sonic Iceland è un approccio nuovo e fresco al giornalismo di viaggio e musicale allo stesso tempo. Kai e Marcel sono fan e blogger che hanno usato il potere di internet per disegnare un ritratto della scena musicale islandese: ricerca, finanziamento, documentazione live, pubblicazione, tutto è stato fatto con un approccio Fai-da-te.
Sonic Iceland mette insieme musica, fotografia e parola scritta in un diario di viaggio personale ma dettagliato sulla comunità islandese e la scena musicale attuale .
NBM: Iniziamo subito raccontando chi siete e com’è nato il progetto.
SI: Siamo Kai, fotografo, e Marcel, scrittore, entrambi residenti a Berlino al momento. Quella di andare in Islanda e documentare il viaggio e la scena musicale fotografando il tutto è stata un’idea di Kai. L’idea è rimasta nel cassetto per un po’, ma poi abbiamo cominciato a parlarne ancora e l’incontro che potete leggere sul nostro sito (Chapter 0) è stato il punto di partenza. È stato subito chiaro come ci saremmo divisi i compiti per costruire il sito – Kai si sarebbe occupato delle foto e della grafica, Marcel dei testi in inglese. Siamo entrambi tedeschi, ed essendo il blog di Kai uno dei più seguiti in Germania, sarebbe stato facile farne un progetto totalmente tedesco, con testi in tedesco. Solo che volevamo un approccio più globale e poi, ovviamente, tutti gli artisti islandesi che avremmo incontrato avrebbero dovuto poter leggere ciò che ne veniva fuori.
NBM: Sappiamo che avete intenzione di pubblicare un libro su questo viaggio e, siccome anche noi stiamo per pubblicare un libro, volevamo sapere perché secondo voi c’è ancora il bisogno di stampare un libro in quest’era digitale?
SI: In tutta onestà, il progetto al momento è stato messo in pausa. Siamo ancora dell’idea di riprenderlo in un prossimo futuro e pubblicare i capitoli finali (online attualmente) ma siccome dobbiamo guadagnarci da vivere nel frattempo e il sito non produce alcun reddito, abbiamo per forza di cose dovuto mettere tutto in pausa per un po’. Siamo ancora abbastanza attivi sulla pagina FB dove pubblichiamo i nostri video preferiti e varie informazioni sulle nostre band preferite, tutte islandesi ovviamente.
Non credo che il bisogno di libri stampati si esaurirà mai. Mentre le pubblicazioni digitali hanno decisamente innovato il modo in cui acquistiamo e leggiamo libri e riviste, credo anche che ci sarà sempre bisogno di provare la sensazione tattile e sensoriale di parole e immagini stampate. Mi sento sempre un po’ strano quando metto in mano ai miei amici il mio tablet e gli dico:” Devi assolutamente leggere questo!”
NBM: In quanto tempo pensate di concludere il progetto?
SI: Non abbiamo un vero e proprio piano, ma forse il 2014 potrebbe essere l’anno giusto per noi 😉
NBM: Qual era la vostra idea dell’Islanda prima di iniziare e qual è adesso? E sulla musica?
MARCEL: Nella mia testa ero già stato in Islanda molte volte – adoravo leggere dei vichinghi quando ero un ragazzino e come giocatore di giochi di ruolo, un po’ nerd, calarmi nelle storie di Odino, Loki e Midgard era il modo perfetto per dimenticarmi che le ragazze non mi consideravano minimamente! Il viaggio nell’estate del 2010 è stato il mio primo vero viaggio in Islanda (da allora ci sono stato altre volte) e, mentre l’incredibile paesaggio era esattamente come pensavo che fosse, le mie esperienze con gli islandesi sono state molto diverse. Gli islandesi ancora oggi si paragonano ai vichinghi, ma per fortuna i saccheggi e l’uccisione di vittime innocenti si sono fermati da qualche parte nel passato. Anche se bevono ancora come dei pazzi furiosi.
Sapevo, prima del nostro viaggio, che la scena musicale islandese era molto varia, ma il numero di stili , band e generi mi ha davvero sconvolto. Per esempio la scena metal, che conterà al massimo qualche migliaio di persone, ma è artefice di un’incredibile diffusa sonorità – dovreste ascoltare Angist o fare un salto all’Eistnaflug, l’unico festival metal dell’isola e unico ritrovo del genere. Un festival così sarebbe impossibile nell’Europa continentale.
NBM: Vi siete mai persi?
SI: In continuazione, nelle nostre teste e per strada. Sembrava che perderci fosse il tema principale del nostro viaggio.
NBM: Come avete organizzato i vostri viaggi per e attraverso l’Islanda?
MARCEL: Come dicevo, entrambi abbiamo altri lavori e portiamo avanti SI nel nostro tempo libero – Marcel usava le sue ferie annuali per andare in Islanda e Kai, come freelance non guadagna niente durante i nostri soggiorni. Così abbiamo pensato che sarebbe stato carino avere un certo compenso per i nostri sforzi, così abbiamo provato a portare dentro il progetto un paio di società per sponsorizzarci. Fondamentalmente abbiamo cercato di vendere un modello di viaggio/stile di vita. Ma non ha funzionato (abbiamo sottovalutato l’influenza del campionato del mondo di calcio che stava per svolgersi nello stesso periodo), così l’unico aiuto concreto che abbiamo avuto è stato quello della società islandese IMX e di Iceland Express che ci ha aiutato con i voli e il pernottamento. Abbiamo anche chiesto donazioni in cambio di cartoline scritte a mano dall’Islanda, compilate da chiunque incontrassimo. Queste donazioni ci hanno aiutato moltissimo! E le cartoline si sono rivelate utilissime per rompere il ghiaccio – non solo abbiamo inviato cartoline scritte da musicisti, ce ne sono state anche un paio scritte dal ragazzo alla cassa del supermarket Bonus e da alcune ragazze carine conosciute alle feste.
NBM: Avete incontrato qualche musicista che vi ha veramente colpito? Qualche consiglio su chi tenere d’occhio?
MARCEL: Le cose migliori di tutto il viaggio, per me, e ne scelgo solo due, sono il concerto estivo di Reykjavik a Kaffibarrin, con birra gratis, vodka gratis e crowdsurfer e il concerto a cui abbiamo assistito al Hotel Djupavik vicino a una fabbrica abbandonata di pesce del 1920. Il concerto era in pratica una serata di cover degli ABBA, eseguita dal cantastorie islandese Svavar Knútur e dalla diva del blues Kristjana Stefánsdóttir. Abbiamo guidato per 8 ore su strade di ghiaia per raggiungere Djupavik (un fiordo praticamente deserto nella regione di Westfjord) e ci siamo scolati 3 birre prima dello spettacolo, così era abbastanza surreale ascoltare Mama Mia suonata con l’ukulele mentre il sole illuminava il fiordo.
L’unico nome che ricorre in tutte le discussioni musicali islandesi al momento è quello di Asgeir Trausti e dovresti assolutamente guardare Halleluwah.
NBM: Siete rimasti delusi da qualcosa?
SI: Solo perché gli islandesi non stanno alle nostre regole! Abbiamo continuato a mandare loro email dopo email per fissare appuntamenti per le interviste e loro continuavano a dirci: “Ok, fatemi uno squillo!”
NBM: Qual è la differenza più grande del vivere in Islanda ed essere un musicista che vive in Islanda rispetto a uno che vive in Europa continentale?
MARCEL: Credo che vivere in una piccola isola dove tutti si conoscono ti forzi a interagire di più con gli altri musicisti. Credo che questa sia la differenza più rilevante: non ci sono confini nella musica islandese, sia per i musicisti sia per il pubblico – una band metal può suonare con una band electro nello stesso concerto e il pubblico starebbe ad ascoltarli entrambi. Questo, credo, non accadrebbe mai in altri paesi europei. Direi che le singole scene musicali, qui da noi, possono essere piuttosto ignoranti.
Dall’altra parte, è difficile per le band esordienti lasciare l’isola come prima cosa – non possono fare i bagagli, caricare un furgone e guidare fino in Olanda per fare un concerto. Mentre la musica e i musicisti islandesi sono conosciuti piuttosto bene in tutto il mondo, sono ancora perlopiù band folk come Of Monster and Men che sembrano rappresentare il sound islandese all’estero. Una band indie qualunque non potrà lasciare il paese per suonare all’estero senza qualche sorta di appoggio dall’esterno.
NBM: Il vostro posto preferito a Reykjavík? Un posto imperdibile? E in generale in Islanda?
MARCEL: Mi piace molto Hjartagarðurinn o Heart Garden a Reykjavik, un bel parco con area skating che sta per essere demolito per far posto a un hotel. . Sembra che la gentrificazione abbia ormai raggiunto anche l’Islanda e, se ci vorrà comunque molto prima che i nuovi hotel in costruzione abbiano un impatto sulla città come è successo per Berlino, per una città come Reykjavik l’effetto potrebbe essere devastante. Oltre a questo, mi piace ancora il caro vecchio Kaffibarinn.
Uno dei miei posti preferiti in Islanda, fuori da Reykjavík, per la sua bellezza intensa e naturale e per le sue connotazioni letterarie, è la zona attorno alla piscina Snorri Sturlosson a Reykholt nell’area di Borgarfjörður. Hanno le cascate di lava.
NBM: Quanti post sbronza avete all’attivo???
SI: Abbiamo smesso di contarle a un certo punto, quanto tutto stava diventando un po’ confuso.
Tutte le fotografie sono di Kai Müller