Quando abbiamo deciso di fare il giro del Belgio, qualcuno ha sicuramente sorriso della nostra scelta. Il mese di agosto si prestava all’idea di trovare più giorni di pioggia che di sole, invece siamo stati premiati e solo per un giorno ci ha costretti a non poter fare niente per il tempo davvero brutto. Abbiamo trovato il sole, giornate splendide e calde – ma mai troppo – cieli bellissimi pieni di nuvole sospinte dal vento. Probabilmente è un po’ questa la caratteristica del Belgio: un paese in perenne oscillazione tra aspetti molto diversi.

Per il nostro giro siamo partiti dalle Ardenne, nel sud quasi a confine tra Lussemburgo e Francia. Grandi foreste verdi, strade silenziose, sempre un po’ in ombra, sempre un po’ umide. Siamo rimasti affascinati dai grandi filari di alberi e dai grandi spazi che ogni tanto si venivano a creare all’interno del bosco. Fiumi dai percorsi tortuosi che tagliavano un verde sempre rigogliosissimo. A nord ci sono le Fiandre, con la loro lingua germanica, le città fatte di case strette, con l’immagine che tanto richiama i Paesi Bassi, di cui una volta erano parte. A sud la Vallonia, che parla francese, anche se a quanto pare i francesi non li amano molto, dove si sono insediate le grandi industrie, e dove adesso quelle stesse grandi industrie giacciono quasi inutilizzate dopo aver caratterizzato così fortemente un territorio. Un paese diviso in due dove si parlano due lingue completamente differenti – solo Bruxelles è ufficialmente bilingue – e dove pare nessuno faccia grandi sforzi per avvicinarsi all’altra parte, almeno dal punto di vista linguistico. Partiamo subito con qualche luogo comune: l’offerta di birre è davvero notevole e cambia a seconda della zona, ma il numero di possibilità sarà sempre notevole. Troverete le marche più famose che si trovano anche in qualsiasi supermercato italiano, quindi provate a orientarvi su qualcosa di nuovo e magari poco conosciuto, di sicuro avrete delle sorprese. Alcune belle altre meno, tipo una birra così amara per i nostri gusti che abbiamo dovuto lasciarla a metà. Ma poco male, valeva comunque la pena provare. In compenso il cioccolato è buono sempre e ovunque. Come sono buone le gaufre o waffle che dir si voglia: in apparenza la pasta sembra quasi insapore, ma una volta arrivata a contatto con zucchero o panna, rivela tutto il suo perchè. A parte i luoghi comuni, cosa ci è piaciuto davvero del Belgio? Molte cose, davvero molte cose. Siamo tornati con l’idea che sarebbe stato bello fermarsi ancora un po’, e questo di solito, è sempre un buon indicatore.

Ma veniamo alle 10 cose di cui sopra, sappiate:

1- che ci sono delle abbazie ormai abbandonate che vale davvero la pena di visitare, come per esempio l’Abbaye de Villers e l’Abbaye de Aulne;

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2- che ci sono due musei della fotografia che fanno sempre mostre molto interessanti, uno a Charleroi e uno ad Anversa;

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3- che il museo dedicato ad Hergè è un magnifico racconto della vita di questo grandissimo illustratore e anche la celebrazione di un personaggio come Tintin e una volta usciti non potrete non cercare di leggere compulsivamente tutte le sue avventure (noi siamo quasi giunti alla meta!);

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4- che il sito della battaglia di Waterloo è molto suggestivo, e almeno una volta nella vita bisognerebbe andare il giorno in cui migliaia di persone rivivono quel momento con i costumi dell’epoca;

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5- che vicino al porto di Anversa, uno dei più grandi ed importanti d’Europa, esiste una città quasi fantasma, Doel, che sta cercando di resistere all’espansione delle strutture portuali. Il suo destino sembra segnato, ma qualcuno ha deciso di restare nonostante gli sgomberi e le demolizioni. Ora è un museo a cielo aperto di street art;

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6- che le foreste che si incontrano nelle Ardenne sono tra le più belle che ci sia capitato di vedere;

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7- che i cimiteri di guerra intorno a Ieper celebrano il sacrificio di milioni di giovani soldati caduti durante la prima guerra mondiale, sono tanti e tutti da visitare così magari ci si ricorda dell’assurdità di certe cose;

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8- che in Belgio ci sono tante belle città, ma alcune sono davvero entusiasmanti come Bruges, Anversa, Gent e Ostenda;

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9- che la costa belga, per quanto sia di soli 66 km è emozionante e che prima o poi il giro sul tram che la percorre interamente andrebbe fatto;

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10- che visitare il sito a Marcinelle, dove c’era la miniera che prese fuoco nel 1956, fa riflettere sulle condizioni di vita e di lavoro di un tempo che non è poi così lontano.

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e inoltre…

11- che il 17 giugno 1945 a Meensel-Kiezegem nasceva un gigante del ciclismo, Eddy Merckx.

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e questo è solo l’inizio, perché il Belgio ci è piaciuto così tanto che ci torneremo ancora.