Abbiamo parlato spesso di Islanda, del paesaggio, della natura, dei grandi spazi. É un posto bellissimo e affascinante, in assoluto uno dei nostri preferiti. Tra le tante cose che ci piacciono c’è anche una rivista, una rivista gratis che si trova a nella capitale, The Reykjavik Grapevine. Un free magazine, in lingua inglese, che raccoglie il meglio che si può trovare in città, come bar e ristoranti, recensioni di dischi, notizie varie e curiose, itinerari turistici.

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La varietà degli articoli è davvero notevole e si passa dalle cronache dei mgliori festival musicali come Sonar o Airwaves a notizie di persone scoperte a buttare mobili giù dalla scogliera. John Rogers ci parla di un parco, Heiðmörk,  in cui sono stati piantati circa 4 milioni di alberi a partire dal 1950, che attualmente è la più grande foresta nella zona attorno alla capitale. Due laghi, formazioni rocciose particolari, sentieri di lava ormai raffreddata. Un posto fuori dalle normali rotte turistiche, a poca distanza da Reykjavik – circa 30 min in macchina o poco di più con l’autobus – che vale la pena di vedere. Hannah Jane ci racconta del suo viaggio a Djúpavík, campi di lava, basalto, cascate, erba verdissima, freddo pungente, montagne, nebbia e fiocchi di neve: tutto nel giro di pochi kilometri.

Sul sito potete trovare anche splendidi video, come questo:

Oppure potreste scoprire che l’Islanda è il paese che produce il maggior numero di film in cui la gente fuma!

E questo è solo l’inizio, tutti i numeri li potere sfogliare online, o scaricare sul vostro computer, qui.

  • anche io dovrei averne una copia da qualche parte, se non si è persa in qualche trasloco! era un vero piacere portarselo dietro e leggerlo negli sperduti ostelli islandesi.

  • cornelius arslanian

    conservo ancora orgogliosamente la mia copia, seppure con spirito di condivisione da coffee table, e quindi in condizioni non propriamente immacolate… quello che mi piace davvero è lo spirito da magazine internazionale, aperto al viaggiatore/turista straniero, ma contemporaneamente, dato il giro virtuosamente ristretto delle relazioni nella capitale, quell’aria da giornale di quartiere che rende così plausibile e sensato l’atteggiamento colloquiale dei suoi articoli (molto di più, intendo, sia delle riviste di bordo delle compagnie aeree sia di quelle fighette fatti nelle città cool che sembrano essere così inclusive e invece risultano fredde e scostanti…)