Uno chef e un filmmaker, in viaggio, attraversando il globo con un’idea: trovare storie. e ricette. Viaggiano cercando di raccogliere 50 storie e 50 ricette che raccontino chi siamo, da Milano a Singapore. Tutto il viaggio lo potete seguire su una piattaforma di viaggio che si chiama GHaus, dove si possono già vedere le prime tappe, le prime storie, le prime ricette. Siamo stati in contatto con Guglielmo Sartor, ci siamo scambiati qualche mail e in un momento di pausa, causa imprevisto informatico ad Istanbul, ha risposto ad alcune nostre domande, in ordine sparso.
Vi siete fatti attrarre più dalle persone o più dai posti?
Come avete scelto le storie?
Quali sono i luoghi che più vi hanno stupito? E la storia?
C’è un posto in cui potreste pensare di fermarvi? Nel caso, perchè?
Cos’è che davvero vi sembra alimenti il genere umano? Di cosa ci nutriamo veramente?
“Siamo in viaggio da tre mesi oramai, ci svegliamo in un luogo e ci addormentiamo in un altro, in movimento costante, sempre alla ricerca di una nuova storia da aggiungere al nostro ricettario. Luoghi e panorami si ripetono uno dietro l’altro, lasciandoci spesso senza fiato, meravigliosi e imponenti. Come l’antica foresta di Amorgos, le grotte di Matera o le montagne di Kalymnos. La magia di questi luoghi resterebbe per noi un mistero se non venissimo accompagnati da guide, guide che ci raccontano un aneddoto e la magia da loro nascosta. Ed e’ sempre in questa modalità che si apre il sipario, si accendono i fuochi e intorno ad una tavola improvvisata consumiamo il nostro pasto. Creiamo una ricetta che si ispira sia alla persona, sia al luogo dove ci troviamo, utilizziamo ingredienti e spezie del luogo, ma il vero sapore deriva da quello che ci viene raccontato e dove il pasto viene consumato. Non abbiamo un vero metodo per cercare una storia, semplicemente andiamo avanti e camminiamo, facciamo domande e mandiamo email. Qualcuno ci risponde e spesso quel qualcuno e’ un personaggio con affinità, che vuole mostrarci un mondo meraviglioso o una tecnica sconosciuta.
Per esempio pochi giorni fa, errando per le strade di Istanbul, incappiamo in una piccola boutique di nome Soup. In questo magico atelier troviamo i coltelli di Sinan, knifemaker, musicista e dentista. Scopriamo che abbiamo una conoscenza in comune, il pittore contemporaneo Erkut, beviamo insieme un te’ e una volta passato il test, decide di portarci dove gli acciai vengono fusi insieme per creare i magici coltelli di damasco. Ci troviamo nel distretto dell’acciaio, la forgia brilla di fuoco a 1000 gradi centigradi. Il maestro coltellinaio inizia il suo lavoro, ripiegando innumerevoli volte dıversi tipi di acciaio fino ad ottenere una lama da quasi 300 strati. Quando il maestro finisce con il fuoco viene il nostro turno, e dopo aver bruciato qualche bel pezzo di legno sotto la cappa, adagiamo un paio di polli sulla griglia, marinati la notte precedente. Montiamo un tavolino in mezzo a macchinari pesanti e tutti insieme consumiamo il nostro pasto con le mani, come fratelli, tuttı provenienti da diverse parti del mondo, tre o più lingue parlate e solo una in comune. Questo non ci impedisce di sorridere e condividere il nostro pasto. Tutte le persone del mondo sono più simili di quanto possiamo immaginare, tutte sorridono, vıvono respirano, dormono e si alimentano. Ci trovıamo ora ad Istanul e siamo solo alla storia numero 11, ancora non sappiamo cosa alimenta il genere umano, ma abbiamo buoni indizi. Il cammino davanti a noi e’ ancora lungo e 39 sono le storie ancora da scoprire e narrare. Fino a quel giorno non ci fermeremo e probabimente continueremo a viaggiare anche dopo.” #thePilgrimCookBook