Potevamo mancare all’edizione di FE2016 con un tema come questo? É vero che ci andiamo comunque da anni con piacere, ma quella di quest’anno era proprio un’edizione da non perdere. Ci piace Reggio e l’Emilia in genere (torneremo più avanti su questa cosa…) per cui dobbiamo comunque essere onesti: quest’anno ci è sembrato tutto un po’ sottotono, più contenuto, con meno respiro. Non sappiamo se questo sia dovuto ad una naturale contrazione, dopo tanti anni di attività, a problemi di budget – i soldi, si sa, non bastano mai – però abbiamo dovuto constatare che rispetto agli anni scorsi sono venuti a mancare degli spazi, mentre altri, ormai consolidati, erano comunque ridotti. Speriamo che quella di quest’anno sia stata solo una specie di pausa per un prossimo rilancio. In ogni caso non sono mancati spunti interessanti il cui apice è sicuramente da attribuire alla mostra principale 1986. Esplorazioni sulla via Emilia.
Lungo le sale dei chiostri di S.Pietro è possibile ammirare probabilmente il meglio della fotografia italiana, gli autori di riferimento, quelli che ancora oggi sono le direttrici su cui molti fotografi decidono di mettere la propria ricerca. La figura di Luigi Ghirri svetta come un vero e proprio colosso, un vulcano di iniziative, idee e capacità, una figura immensa che si scontra con la breve vita che ha vissuto. Una creatività probabilmente contagiosa verso tutti quei fotografi che si sono ritrovati a lavorare con lui. Dal 1986 si passa alle 2016. Nuove Esplorazioni con le immagini di una via Emilia un po’ onirica e ricostruita di Paolo Ventura, le installazioni video-fotografiche di Sebastian Stumpf e la ricerca di Antonio Rovaldi su una Modena piuttosto inusuale situata nel mezzo degli Stati Uniti.
A Palazzo da Mosto, Dalla via Emilia al Mondo, le foto quasi scultoree degli alberi e della pianura di Paola De Pietri, il bianco e nero di visi e barriere di Paolo Pellegrin, i segni a terra dei migranti di Kent Klich e la vena surreale di Maanantai Collective.
A Palazzo dei Musei (che quest’anno non ha permesso di fare il lungo giro attraverso la meravigliosa collezione. Uno dei musei più belli del mondo, se vi capita.) un lavoro sugli uomini e le donne della Croce Rossa Italiana di Fabio Boni.
Alla Galleria Parmeggiani – uno dei luoghi più insoliti e interessanti di FE, anche se quest’anno non sfruttato fino in fondo – Saverio Cantoni ci porta ad uno di confini per antonomasia, quello tra le due Coree, con il suo lavoro Columnae Herculis.
A Palazzo Casotti le storie di Sideways con le immagini di Valentina D’Accardi sulla ricostruzione di una vicenda avvenuta molti anni fa lungo il fiume Reno.
Allo Spazio Gerra, come spesso negli ultimi anni, un racconto musicale fatto di immagini, interviste e pezzi di vita vissuta. Quest’anno tutto dedicato alla Disco Emilia, con il lavoro di un giovanissimo Gabriele Basilico e una carrellata imponente sul magico periodo delle discoteche emiliane. Il video da vedere seduti sull’erba (finta) vale davvero la pena e fa un po’ rimpiangere di non essere nati negli anni giusti a Ubersetto o Sant’Ilario d’Enza. (Con Pier Vittorio Tondelli narratore perfetto!)
Una novità di quest’anno è l’inclusione della mostra che solitamente è ospitata a Palazzo Magnani. Fino all’anno scorso, le mostre erano a pagamento con riduzione se si aveva il biglietto di FE, mentre quest’anno è possibile visitarla con lo stesso biglietto. La mostra non è da poco, perchè è possibile vedere tutta la grandezza di Walker Evans, vedere le sue foto significa anche vedere quanto sia stato influente su molti dei grandi fotografi italiani.
L’ultima tappa l’abbiamo fatta all’Ospitale di Rubiera a vedere Per Strada – Fotografie di Guido Guidi sulla Statale 9, un lavoro fatto nei suoi luoghi, non lontano da casa, in quei posti che tutti forse vedono ma su cui nessuno si sofferma più di tanto.
Tutte le ifno su Fotografia Europea 2016 le trovate sul sito ufficiale.
I festival di fotografia in estate non mancano e noi vi vogliamo segnalare anche quello di Gonzaga (MN), il Festival di Fotografia Contemporanea che si terrà dal 24 al 26 giugno
dove – tra l’altro – espongono anche due fotografi che abbiamo avuto l’onore di ospitare sulle nostre pagine Ettore Moni e Marco Fava.