“Here we are
Stuck by this river
You and I
Underneath a sky that’s ever falling down, down, down
Ever falling down”

B.Eno

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Casalmaggiore ha un Duomo, anche senza aver mai avuto un vescovo. Era tutto pronto, finchè non è arrivato Napoleone e non se ne è fatto più nulla. “Ma l’abbiamo sempre chiamato Duomo…” così ci racconta il giovane sindaco mentre ci racconta la storia della sala consiliare. “Una delle più belle del cremonese” aggiunge. Siamo alla fine di una giornata passata sul Po, dentro il fiume, risalendo la corrente fino a Polesine Parmense.

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Il vento è forte ed ha spazzato via tutte le nuvole foriere di pioggia dei giorni scorsi, la barca deve imprimere più forza di quanta non dovrebbe per poter avanzare. Il comandante un po’ si lamenta, ma poi tira dritto. Intanto un violinista accompagna una lettura di Guareschi, che di fiume Po se ne intendeva: “Non si può fare un paragone tra un fiume e una strada perché le strade appartengono alla storia e i fiumi alla geografia.”

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Il fiume in questo punto è stretto, quasi non si riconosce, perde un po’ della sua imponenza di chi è abituato a vederlo più a Ovest, quando si distende sotto il ponte dell’autostrada o della ferrovia. Qui tutto assume una dimensione più variegata, le distanze si accorciano, le forme si complicano, curve e controcurve, canali, isole, secche. La natura meandriforme dell’alveo caratterizza tutta l’area tanto da non riuscire a distribuirsi omogeneamente da una provincia all’altra, da una regione all’altra. Si perdono i punti di riferimento, perchè rischi di trovarti in Emilia sulla sponda sinistra e in Lombardia sulla sponda destra. Qui è tutto un crocevia e lo era ancora di più in passato, perchè dove si toccano culture e usanze diverse, dalla commistione, vengono sempre fuori le cose migliori.

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I confini – oggi come allora – dei territori del cremonese, del parmense e del piacentino sono sempre più labili, tradizioni che passano, si trasformano in un continuo scambio. Il sindaco di San Daniele Po – salito alle cronache in questi giorni grazie alla figlia che ha ritrovato un osso di mammuth! – è un paleontologo dell’Università di Parma e ci racconta, mentre siamo diretti verso Polesine Parmense, con passione e competenza che in realtà ci troviamo in quello che era un grande mare, un pezzo di adriatico che arrivava fino a Cuneo (ve la immaginate, Cuneo, con gli ombrelloni!) e che poi è diventato una grande pianura alluvionale, con il ritiro delle acque. Milioni di anni di storia, conchiglie fossile, resti di animali mitici come il mammuth o il megalocero – un cervo gigante -, manufatti neolitici e dell’età del bronzo, punte di selce, fino a lanterne romane o vasi decorati rinascimentali. Il tempo vola raccontando di spiagge bianche dove la gente andava a fare le vacanze, quando non tutti potevano andare al mare; di spostamenti del fiume che hanno modificato il passaggio di confini; di come gli alti pioppi erano un punto di riferimento per la navigazione, prima della segnaletica e quando la nebbia era davvero nebbia; di come sarebbe bello poter vedere ancora la gente spostarsi sul fiume, invece di riempire le statali.

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Nel Po c’è tutta la storia, non solo la geografia come pensava Guareschi, bisogna solo saper cercare. E per farlo non servono grandi spedizioni, basta andare sulle grandi spiagge bianche, dopo che il fiume si è ritirato e guardare bene nelle zone ghiaiose. Se sarete attenti e un po’ fortunati, potreste trovare anche voi un femore di mammuth o un dente di rinoceronte. Nel caso portatatelo al sindaco di San Daniele Po che, con altri, è anche uno dei fondatori del Museo Paleoantropologico del Po. In poco meno di due ore arriviamo a Polesime Parmense, dopo l’attracco si cammina per una decina di minuti nei pressi dell’argine prima di addentrarsi nella golena e arrivare all’Antica Corte Pallavicina. Per un attimo si respira storia a pieni polmoni, concetti antichi come mezzadria e tributi, ducati e principesse, Giuseppe Verdi e dogane fluviali. Era tutto concentrato in questa corte.

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Dopo un restauro durato trent’anni (venti dei quali spesi per ripristinare gli affreschi…così ci racconta Massimo Spigaroli) la tenuta è tornata a splendere, portando con sè tutta la tradizione di questi luoghi, dal prestigioso culatello a tutti gli altri salumi magari meno pregiati ma decisamente prelibati, dal formaggio al vino.

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Il posto è semplicemente un gioiello incastonato in una terra difficile, la golena appunto, dove la potenza del fiume non esita a farsi sentire. Ma come ci ha raccontato Massimo Spigaroli, appena dopo averci servito un meraviglioso antipasto di salumi, “Siamo sempre stati qui, dovevamo restare per forza”. Si ritorna all’attracco, si riprende il battello, questa volta a favore di corrente. Risalendo lo sguardo incontra strane costruzioni, barche ormeggiate, siti di lavorazione della ghiaia e della sabbia, postazioni di pescatori, gru un po’ arrugginite. Ogni goccia d’acqua sembra potersi portare dietro una storia. Il tempo si accorcia, e rapidamente torniamo a Casalmaggiore.

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La giornata è bellissima e l’idea di correre verso Milano per infilarci nel traffico del rientro non è per niente allettante, per questo mentre giriamo con il naso all’insù ci imbattiamo nel sindaco che  – forse vedendoci incuriositi –  ci chiede se volevamo visitare la sala consiliare. Il paese è piccolo, ma si respira un’aria di grandezza, a partire dal Duomo fino alla piazza di fronte al palazzo comunale, piuttosto ampia per un paese di queste dimensioni. Molti edifici hanno decorazioni e una raffinatezza notevoli.

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Un balcone da cui pare si sia sporto Garibaldi, un museo dedicato al pittore neoclassico Diotti, il teatro comunale, un festival internazionale di musica classica: una mezza giornata di sicuro non basta. Ancora qualche minuto seduti su una panchina a guardare il fiume che scorre davanti a noi, per un attimo ci ricorda le grandi città della Francia come Bordeaux e Lione, o una capitale come Praga o Vienna. C’è molto di più in queste zone e già sappiamo che torneremo presto.

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Note:

  • Tutta la zona è ricca di ciclovie, molti itinerari li potete trovare sul sito di Movimento Lento.
  • Un po’ di informazioni sulla navigazione fluviale la trovate sul sito Po di Lombardia.
  • Il Museo Paleoantropologico si trova a San Daniele Po, qui il sito.
  • Ultima cosa: il gelato costa poco ed è buonissimo. La panna montata, per dire, te la danno gratis!

Si ringrazia Oriele Segàla della Confcommercio di Cremona per l’organizzazione e  l’ospitalità.